Su Il Mattino di oggi compare una lunga e ben articolata intervista di Maria Chiara Aulisio al professor Franco Corcione, primario della divisione di Chirurgia generale del Monaldi e presidente della Società italiana di Chirurgia.
Sappiamo che il professor Corcione vanta tantissimi estimatori anche tra i nostri lettori, per cui riteniamo di fare cosa gradita a molti riproponendo l’intervista integrale sul nostro sito:
Cristiano Huscher, il «chirurgo dei casi disperati», quattro specializzazioni, migliaia di interventi e altrettante vite salvate in Italia e all’estero, alla provocazione di un giornalista che recentemente gli ha chiesto chi avrebbe voluto trovare in sala operatoria se sotto i ferri fosse finito lui, ha risposto secco: «Franco Corcione e Gianluigi Melotti, chirurghi al Monaldi di Napoli e al Sant’Agostino Estense di Modena». Huscher, anzi il professor Cristiano German Sigmund Huscher, è un personaggio a tratti singolare per le sue battaglie professionali e, dunque, anche piuttosto discusso, ma ciò non toglie che sia universalmente considerato il mago del bisturi: nella comunità scientifica il suo giudizio pesa, eccome se pesa. A parte Gianluigi Melotti (che è leader europeo nel suo campo ma opera a Modena), qui si parla del professor Franco Corcione, napoletano doc, direttore della divisione di chirurgia generale del Monaldi e indiscusso pioniere delle più innovative tecniche laparoscopiche.Classe ’52, folti baffi su un viso perfettamente rasato in risposta a una barba sempre più inflazionata, il presidente della Società italiana di chirurgia sorride, mette a bordo i complimenti, ringrazia l’autorevole collega ma non cede alle lusinghe.
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