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Per la prima volta al mondo chirurgo opera l'addome con l’esoscopio 3D

E' stata utilizzato su 4 pazienti al Nuovo Policlinico di Napoli OrbEye, l’apparecchio avveniristico che dovrebbe rivoluzionare il mondo del bisturi

https://www.repubblica.it/salute/2020/02/21/news/per_la_prima_volta_al_mondo_l_esoscopio_3_d_opera_l_addome_di_un_paziente-266654949/

 

Dieci interventi in mondovisione dalle sale operatorie della Federico II. Tutti realizzati in chirurgia laparoscopica dall'equipe diretta dal professore Francesco Corcione.

L'occasione è nata dalla partecipazione al XXX Congresso internazionale dell'apparato digerente che si è svolto a Roma. Il Policlinico dell'Università Federico II è stato scelto per la prima volta per prendervi parte, ed è stato l'unico tra i centri in Italia invitato, per entrambi i giorni, ad eseguire interventi.

Il Congresso è un evento di livello mondiale ed ha tra i principali obiettivi quello di mostrare annualmente le evoluzioni relative alla chirurgia digestiva con la tecnica open e con la tecnica laparoscopica attraverso dirette dalle sale operatorie di tutti i continenti.

Sui maxischermi dell'auditorium della sede congressuale romana quest'anno sono stati trasmessi anche dieci interventi contemporaneamente. I 18 canali live messi a disposizione dall'organizzazione sono stati selezionati da oltre 30.000 visitatori dai 5 continenti.

L'equipe del professore Corcione della Federico II ha eseguito interventi di chirurgia laparoscopica avanzata per patologie neoplastiche o funzionali del giunto gastro-esofageo, del colon retto dello stomaco, delle ghiandole surrenaliche e del pancreas.

 Una nuova era per la chirurgia - 06/03/2020

 

Unomattina ospita il Prof. Francesco Corcione, Direttore chirurgia generale e oncologica mininvasiva Federico II di Napoli, l'ideatore di un sistema che si chiama Orbeye, un esoscopio di ultimissima generazione che utilizza una tecnologia 3d ad alta risoluzione 4k.

Siamo di fronte a un video assisted, una innovativa strumentazione utilizzata ad oggi solo in neurochirurgia. Il chirurgo dunque, attraverso una telecamera su braccio, potrà effettuare interventi molto delicati con una grandissima precisione.

 

Guartda il video https://www.raiplay.it/video/2020/03/Una-nuova-era-per-la-chirurgia---06032020-a8e2be44-579b-4be2-b564-10c62b2aa4d3.html

'Superimmagini' per aiutare il chirurgo

Università, a Napoli utilizzato dal prof.Corcione sistema OrbEye

(ANSA) - NAPOLI, 21 FEB - É stato utilizzato a Napoli in chirurgia generale il sistema OrbEye, con l'utilizzazione di un 'esoscopio' di ultima generazione che utilizza una tecnologia 3D ad alta risoluzione in 4k, dal professore Francesco Corcione, direttore Uoc Chirurgia Generale e Oncologica Mininvasiva dell'AOU Federico II, con la sua equipe, "ed è la prima volta al mondo". É una "innovativa strumentazione utilizzata ad oggi solo in neurochirurgia, che può segnare l'inizio di una nuova 'era': la Video Assisted Open Surgery".

 Il chirurgo "con una telecamera su braccio con sblocco pneumatico, ha la possibilità con l'addome aperto di ingrandire alcuni distretti anatomici che gli appariranno su uno schermo a 55 pollici con immagini ad alta risoluzione e tridimensionali". Con una messa a fuoco automatica, ed uno zoom regolabile, OrbEye "da' la possibilità di 'magnificare' le immagini e di fare visualizzazioni mediante filtri luminosi: luce bianca ad infrarossi, blue light per le zone tumorali ed NBI (narrow band imaging)".
 

Il chirurgo, un sorriso, e il rapporto ritrovato


Grazie a Francesco Corcione, medico chirurgo, che scrive da Napoli

 

L'autore di questa lettera è direttore del Dipartimento Chirurgie dell'ospedale Dei Colli di Napoli. E' stato presidente della Società italiana di chirurgia.

"Mi chiama un collega:  ‘Caro Francesco, ho in cura una signora di 56 anni che ha un grosso cancro allo stomaco estesamente infiltrante le strutture vicine ed il pancreas. L’abbiamo sottoposta a sei cicli di chemio ma la massa non si modifica. L’unica speranza è tentare un intervento ‘di chirurgia extreme’ anche perché è giovane e non ha metastasi a distanza. Te l’affido!’".

"Vedo la signora. Sul viso sorridente traspaiono i segni della sofferenza, della malattia e della chemio. La visito e palpo una massa enorme che modifica il profilo addominale. ‘Cara signora, abbiamo una sola carta da giocarci: tentare un intervento ai confini della chirurgia togliendo lo stomaco con tutti gli organi a cui aderisce: pancreas, milza e colon. È rischioso, direi impossibile ma non abbiamo altre chance e, se vuole, ci proveremo’".

"La signora con il suo dolce sorriso mi guarda ed esclama: ‘Professore sono nelle sue mani!’. Che bella frase. L’avevo quasi dimenticata. La si pronunciava sempre molti anni fa quando ero un giovane chirurgo, per qualunque patologia. Poi la tecnologia e il contenzioso medico-legale l’hanno fatta sparire trasformando l’atto chirurgico in un meccanismo, direi quasi aritmetico, dove il rapporto umano è sempre più trascurato".

"Che bello sentire ancora la fiducia di un essere umano che si affida a un altro essere umano per essere salvato. Senza condizionamento e con tanta speranza. O tempora o mores. La opero ed effettivamente si tratta di una massa enorme che parte dallo stomaco ed infiltra vari organi: il pancreas in primis ma era previsto e vado avanti, il colon è infiltrato ma vado avanti perché posso, fino a quando cerco di circondare la vena principale dell’intestino che è completamente invasa dal tumore. 'Ahi! Maledizione, non posso più andare avanti. Mi devo fermare!'".

"Resto minuti che sembrano ore a riflettere ad alternative chirurgiche, cercando una possibile soluzione. Dopo più di un’ora di esplorazione chirurgica, di dissezioni difficili, di speranza ed entusiasmo devo purtroppo fermarmi e prendere la decisione più difficile per me. Mi devo fermare: niente da fare, la battaglia è persa. Mi sento sconfitto".

"Aspetto il risveglio della signora per spiegarle l’intervento. ‘Purtroppo signora, non sono riuscito ad asportare niente perché la massa è andata oltre i confini della chirurgia estrema’. La informo inoltre, di aver già preso contatto con l’oncologo per iniziare a breve una nuova chemio più efficace, anche per darle conforto e speranza di un’alternativa terapeutica".

"La signora ancora una volta mi sorride e mi dice: ‘Grazie, professore, per quello che ha fatto perché sono sicura ce l’ha messa tutta’. Ci stringiamo le mani e ci guardiamo negli occhi, devo sforzarmi per nasconderle le lacrime".

"Come sarebbe bello e come gioverebbe a tutti il recupero del rapporto chirurgo-paziente. Grazie dolce signora dal bel sorriso. Mi ha dimostrato, ancora una volta, che il mio lavoro, ancorché difficile e non sempre vincente, è sicuramente il più bello del mondo".

Francesco Corcione: "Il confine tra chirurgia open, laparoscopica e robotica" (119° Congresso SIC)

https://www.youtube.com/watch?v=BloQ5makCec