Francesco Corcione: "Sono tagli lineari, meglio far pagare chi può"
Il direttore di Chirurgia generale e laparoscopica nell'Azienda ospedaliera Monaldi di Napoli: "Proporrei contributi dei pazienti in base al reddito"
Repubblica 28/07/2015 di GIUSEPPE DEL BELLO
NAPOLI. "Tagli lineari, una follia. Bisogna intervenire sugli aspetti organizzativi". Il professor Francesco Corcione, direttore di Chirurgia generale e laparoscopica nell'Azienda ospedaliera Monaldi di Napoli, è anche presidente della Società italiana di Chirurgia.
Tagli lineari dice lei, ma il governo nega.
"Se non è così, spiegassero bene in che modo hanno intenzione di risparmiare. Prima di programmare qualsiasi manovra a scapito di Asl e ospedali, andrebbero identificati i centri di eccellenza. In Italia ancora non sono stati istituzionalizzati".
I centri farebbero risparmiare? E come?
"Per esempio, se si individuasse un polo di alta specializzazione per il trattamento di patologie oncologiche in ogni regione otterremmo una riduzione delle complicanze. E già questo ci farebbe risparmiare tanti soldi. Recentemente a Parigi ho presentato la casistica italiana sul cancro dello stomaco, ebbene in oltre 250 ospedali sparsi su tutto il territorio nazionale vengono trattati meno di 5 casi all'anno. Non c'è alcuna logica, quale esperienza può avere un centro che ha numeri insignificanti?"
Eppure, la sanità degli sprechi è sotto gli occhi di tutti. Una semplice siringa ha costi diversi in regioni diverse
"E chi lo nega? Sono favorevole alle centrali uniche di approvvigionamento, ma con norme precise. Lei dice la stessa siringa che ha costi differenti. Ma dipende anche dal fatto che al nord l'azienda viene pagata a 30 giorni, al sud è costretta ad aspettare 3 anni. Ed è ovvio che si difenda con un prezzo più alto. Un programma di omogeneità di costi deve prevedere una tempistica simile nei pagamenti. E poi, c'è il problema delle competenze. Io da chirurgo, devo poter scegliere lo strumento più idoneo".
Terrebbe fuori l'ufficio amministrativo?
"Le faccio l'esempio della suturatrice per ricucire due segmenti di intestino. Se l'acquisto è imposto senza il mio parere, il paziente corre il rischio di una complicanza grave".
Tagli che mettono a rischio la salute?
"Tremo all'ipotesi di utilizzare strumenti comprati a prezzo più basso e inevitabilmente di scarsa qualità. Pochi mesi fa pagai le conseguenze di una scelta sbagliata".
A cosa si riferisce?
"La centrale campana di acquisti, rifornì il mio ospedale con guanti di pessima qualità. Puntualmente, appena indossati, si laceravano, altro che risparmio: ero costretto a cambiarmi continuamente".
La sua ricetta contro gli sprechi?
"La triade ideale, "tutto a tutti e di ottima qualità", oggi non è più possibile. Bisogna eliminare uno dei tre parametri, certamente non quello della qualità. Quindi, meno prestazioni a tutti oppure tutte le prestazioni ma non universalmente. Proporrei una compartecipazione. Per esempio un intervento chirurgico potrebbe prevedere un contributo del paziente in base al reddito. Ovviamente, in forma gratuita per i non abbienti. Oppure si potrebbe risparmiare grazie alla riorganizzazione dei centri ospedalieri in base a specificità di trattamento, competenza e produttività. Ancora oggi esistono realtà ospedaliere e universitarie con pochi posti letto, poche sale operatorie, con tempi di ricovero lunghissimi per mancanza di strutture".