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Da chirurgo dei casi disperati a imputato: "Ne uccide più la giustizia del cancro"

Ha collezionato 65 avvisi di garanzia, sei processi, mai una condanna definitiva. Licenziato due volte. Controllava gli infermieri di notte fingendosi un paziente a letto e comprava i condizionatori ai malati

Che cosa ci fa Cristiano Huscher, «il nuovo Enzo Tortora», qui al Porto antico di Genova, dove si celebra il congresso nazionale dell'Acoi, associazione che raggruppa buona parte dei 25.635 chirurghi ospedalieri italiani, se sono stati proprio i suoi colleghi, «quasi mai i pazienti», a procurargli 60 avvisi di garanzia, «forse 65, ho perso il conto», dei quali ben 42 scaturiti dalle denunce di uno solo di loro, costringendolo a spendere 2 milioni di euro, «tutto ciò che avevo», in avvocati? Eppure dovreste vedere con quanti inchini, abbracci, salamelecchi, pacche sulle spalle e baci di Giuda sulle guance lo accolgono riverenti e festosi. Che cosa ci fa Cristiano Huscher, anzi il professor Cristiano German Sigmund Huscher, a un simposio avente come tema Il chirurgo per l'uomo: la Mente, le Mani, il Cuore, scritto così, con una sospetta profusione di maiuscole, se egli è convinto che nello svolgere una professione di cui sarebbero capaci persino le scimmie l'unica differenza la faccia lo studio, «senza quello, sei un infermiere»?

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Chirurgia. Corcione (Sic): “L’Italia non è un paese per chirurghi, aumentano quelli che vanno all’estero”

“I bisturi sono in fuga, siamo di fronte ad un’emorragia progressiva che potrebbe uccidere la sanità italiana”. È questo l’appello lanciato da Francesco Corcione, Presidente Eletto della SIC a Congresso a Roma “ormai formiamo risorse che cercano fortuna all’estero”. Le cause sono molteplici: personali, professionali e organizzative. Aumentano però i chirurghi donna.

4 OTT - In Italia nel 2010 il numero di assunti di ruolo in chirurgia generale ha coperto solo il 10% del fabbisogno e il 20% nella chirurgia specialistica. Situazione analoga nei reparti dove nel 2011 mancavano all’appello 8800 medici che secondo alcune stime diventeranno 22mila nel 2018, (dato fornito da Federspecializzandi) e 34mila tra soli 10 anni. Questi numeri forniti dalla Società italiana di chirurgia a Congresso a Roma danno la natura del fenomeno: siamo di fronte ad una lenta ma inarrestabile emorragia di chirurghi che presto mostrerà i suoi effetti sul Ssn. Concetto rafforzato dal presidente della Sic, Francesco Corcione, che non usa mezzi termini e afferma: “l’Italia non è un paese per chirurghi”.

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Corcione (Sic): in chirurgia mininvasiva disponibili ausili innovativi per bloccare le emorragie

Roma 14 Ottobre 2014 – (Popular Science) -  “La chirurgia si orienta sempre più verso una minore invasività a beneficio del paziente. Per far questo il chirurgo ha bisogno dell’ausilio tecnologico, attraverso device e strumenti che gli consentano di portare a termine interventi molto delicati.  In chirurgia ‘open’ – spiega il Prof. Francesco Corcione, Presidente Eletto della Società Italiana di Chirurgia (SIC) a margine del 116° Congresso in corso in questi giorni a Roma -  esistono diversi sistemi per bloccare un’emorragia. In quella meno invasiva, al contrario, si necessita di ausili innovativi.” L’introduzione di innovativi dispositivi medici emostatici a base di collagene, rappresentano un’efficace risposta alle necessità del chirurgo in sala operatoria quando il controllo delle emorragie tramite pressione, legatura o procedure convenzionali risulta essere inefficace o non praticabile.hirurgia mininvasiva disponibili ausili innovativi per bloccare le emorragie

Chirurgia. Corcione nuovo presidente Sic. Nel suo programma “Alleanze con le altre specialità e comunicazione con il paziente”

La società italiana di chirurgia ha una nuova guida: Francesco Corcione. “Per me – ha detto – è motivo di orgoglio e onore assumere questa presidenza che ha visto protagonisti i più grandi nomi della chirurgia italiana. Sono altresì felice di essere il primo chirurgo ospedaliero del Sud”.

15 OTT - “La chirurgia non è una torre d’avorio ma una disciplina a stretto contatto con pazienti e territorio che ha però peculiarità e criticità uniche. Parte del mio mandato sarà quindi dedicato a riproporre la chirurgia come un atto medico con tutti i suoi limiti, che può essere migliorato ma che non ha caratteristiche di infallibilità. Ritengo che riorganizzare le dinamiche di dialogo con i pazienti e i familiari potrà aiutare a diminuire le denunce che interessano l’80% dei chirurghi. Dobbiamo riscrivere le regole di questo rapporto e sono intenzionato a farlo con l’aiuto di tutti, al momento abbiamo forse delegato troppo ad un modulo di consenso informato”. Queste le prime parole di Francesco Corcione, neo eletto presidente della Società Italiana di Chirurgia (Sic) durante il congresso dei chirurghi italiani che si è concluso oggi a Roma. 

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Sanità, arriva al Monaldi la macchina che misura il dolore: «Primi in Italia»

PER APPROFONDIRE: sanità; monaldi
di Emanuela Sorrentino
 

NAPOLI - Un innovativo sistema di monitoraggio del dolore percepito dal paziente durante interventi chirurgici in anestesia generale è finalmente disponibile.


E ad applicarlo è l’azienda ospedaliera dei Colli che raduna Monaldi, Cto e Cotugno. Il «metro del dolore» è un monitoraggio che fornisce un sicuro, continuo e semplice indice del tono parasimpatico del paziente e quindi informazioni sulla sensazione di dolore percepita, segnalandola in anticipo rispetto alle conseguenze che tale dolore provocherebbe in termini di aumento di frequenza cardiaca e pressione arteriosa.

«Dopo una sperimentazione eseguita in collaborazione con un’altra azienda ospedaliera del nord Italia - spiega il dottor Antonio Corcione, direttore della Uoc Anestesia e Terapia intensiva Post Operatoria del Monaldi - siamo gli unici ad aver introdotto questo monitoraggio tra quelli utilizzati nelle nostre sale operatorie. Prima la valutazione del parametro dolore in corso di intervento chirurgico avveniva in maniera empirica e il dosaggio dei farmaci antidolorifici si effettuava esclusivamente in base al peso corporeo e alla osservazione della risposta cardiaca e pressoria del paziente. Oggi non è più così».

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Francesco Corcione: 15 anni da primario

Di Redazione il Denaro – venerdì 13 settembre 2013

Quindici anni di primariato alla guida dell’Unità di Chirurgia generale del Monaldi, 25 mila interventi effettuati, in maggioranza allo stomaco e al colon retto nel campo laparoscopico, presidente eletto della Società italiana di Chirurgia. Sono i grandi numeri di Francesco Corcione in forze all’Azienda dei Colli. Lunedì 16 settembre ci celebra il quindicennale da primario. L’occasione per fare il punto sui progressi della divisione in questi anni che hanno visto raddoppiare il numero di interventi realizzati e, soprattutto, abbattere molti traguardi nazionali ed internazionali. “Grazie alla collaborazione dell’azienda, e al continuo scambio di esperienze con le tante professionalità esistenti – sottolinea Corcione – possiamo dire con orgoglio di aver trasformato un reparto normale in eccellenza assoluta nel campo della sanità nazionale.

 

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